Maggio 12, 2024

"Un cucciolo a sorpresa" è un romanzo leggero, che si legge davvero in pochissimo tempo, io ci ho messo due mezze giornate! Racconta la storia di Betty Kowalski, un'anziana signora che vive in un quartiere ormai allo sfacelo. Betty non riconosce più nulla della bellissima via in cui viveva con il marito ed i figli, in cui i vicini si conoscevano tutti ed erano sempre pronti a darsi una mano. Oggi non è più così, molte persone hanno cambiato casa, altre sono arrivate, ma non hanno intenzione di instaurare rapporti di buon vicinato, proprio come Jack Jones, il suo nuovo vicino. Proprio con l'arrivo di questo misterioso uomo e dei problemi che porterà con sé, Betty rischia una crisi di nervi ed è pronta ad abbandonare tutto, quando alla sua porta arrivano due bellissime sorprese!

Per evitare di spoilerare il racconto, mi fermo qui, ma mi sento di consigliare questo libro di facile lettura. Il linguaggio utilizzato è molto semplice, la traduzione sembra fatta bene, non ci sono troppi refusi ad infastidire il lettore. Non stiamo parlando di un romanzo ricco di significati, ma molti pensieri di Betty, oltre ai sermoni del parroco del quartiere, possono far pensare. L'autrice punta molto sugli insegnamenti di Dio per far uscire la protagonista dai guai in cui si ritrova, molte dei dialoghi introspettivi di Betty riguardano proprio la parola del Signore e le parole del parroco durante i sermoni. Con l'aiuto di Dio, secondo la protagonista, tutto si può risolvere, basta avere fede. 

L'autrice ci racconta una bella storia ambientata in uno scenario pre-natalizio, una storia da leggere!

 

Melody Carlson è una scrittrice americana con all'attivo più di duecento romanzi e 6 milioni di copie vendute. Nata nel 1956 a San Francisco, in California. Cresciuta a Springfield, in Oregon, attualmente risiede a Sisters.

La Carlson ha scritto moltissimi libri e si è messa alla prova con i più svariati generi, dai libri per bambini, ai romanzi rosa, passando per la saggistica ed i libri destinati ad un pubblico adolescente (gli argomenti includono sessualità, abuso di droghe e alcol, suicidio, disturbi alimentari e amicizie). Tra i suoi libri più famosi ricordiamo la serie "TrueColors" dedicata agli adolescenti. Per la Newton Compton editori, oltre al libro "Un cucciolo a sorpresa", ha pubblicato "Il gatto che arrivò il giorno di Natale".

Il periodo che mi ha fatto pensare è stato: "Ti ricordi cosa mi consigliavi quando ero una ragazzina e mi arrabbiavo e ti dicevo che volevo ammazzare qualcuno? [...] Perchè non li ammazzi con la gentilezza, Susan?". (p.45)

 

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"Attraverso i miei piccoli occhi" è un romanzo che racconta la storia di Cross, un golden retriever addestrato per fare da cane guida ad un non vedente, e di Mario, il suo compagno bipede.

Il racconto, ispirato al legame tra l'autore ed il suo cane guida, Spock, narra, dal punto di vista del cane, la vita di Cross e del suo umano, narra le avventure che il cane ed il compagno umano hanno vissuto nel decennio che hanno passato insieme, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. Il racconto è ambientato negli Stati Uniti all'inizio, quando Mario va a prendere Cross nella scuola di cani guida americana, poi si svolgerà in Spagna, a Madrid, dove Mario vive con la sua famiglia. 

Un racconto la cui idea iniziale, a mio parere, è vincente, ma la scrittura è fin troppo semplice, quasi elementare. Da una parte è giusto così, visto che il romanzo dovrebbe essere scritto da un cane, ma dal momento che in realtà è stato scritto da un umano, mi sarei aspettata un linguaggio più articolato. Inoltre, non so se a causa della traduzione, ci sono molti refusi.

Al di là di queste piccole critiche, il romanzo mi è piaciuto, e credo piacerà agli amanti degli animali e dei cani in particolare. Ricco di emozioni, Cross ci fa vivere la vita da cane e ci mette di fronte alla complessità umana, che un cane non riesce a comprendere. Grazie a questo, spesso birbante, golden retriever possiamo apprezzare ancor di più l'enorme importanza degli animali nelle vite di noi uomini. Possiamo provare a comprendere come ragionano i cani e perchè spesso si comportano in modi, per noi, strani. Altra cosa particolare di questo libro sono i capitoli, i titoli sono ripresi dai titoli di canzoni spagnole, da citazioni di libri o film famosi in Spagna.

Ortiz, verso la fine del romanzo, ci mette di fronte ad un fatto: i cani non possono scegliere la vita che vivono, siamo sempre noi a decidere per loro, senza mai chiedergli un parere. La vita dei cani guida, e di tutti i cani utilizzati dall'uomo per i propri scopi (cani da soccorso, cani delle forze dell'ordine, cani da sport ecc.) è decisa fin dalla nascita dall'uomo: siamo noi a decidere se saranno adatti ad un certo contesto e lavoro, oppure no; siamo noi a decidere per la loro sessualità, se castrarli, sterilizzarli, farli accoppiare oppure no; siamo noi a decidere quando devono giocare, lavorare, mangiare, fare i bisogni. Mai nessuno chiede il parere al cane. Questa consapevolezza, che mi aveva più volte attraversato la mente, è diventata reale nel momento in cui l'ho trovata scritta nel romanzo di Ortiz, e arriva impetuosa e scioccante dopo un racconto sì pieno di emozioni, ma sempre molto leggero. E' una presa di coscienza difficile da accettare, se si ferma a ragionarci sopra, un pò come il finale del libro, altra cosa che mi trova in disaccordo con la scelta dell'autore. 

Questo libro raccontando le avventure quotidiane di un binomio perfetto, che vive in simbiosi, attraverso gli occhi, attenti, di un cane, ci aiuta a comprendere la natura umana e ci fa sorridere di fronte all'irriverenza di un animale che giudica il mondo umano secondo i parametri canini.

  

Emilio Ortiz Pulido  è nato nel 1974 a Baracaldo, nei Paesi Baschi, vive ad Albacete. Ipovedente e poi totalmente non vedente da circa venticinque anni, grazie all'aiuto del suo cane guida Spock, del braille e dei sistemi software specifici ha potuto coltivare la sua passione per la lettura e la scrittura, fino alla pubblicazione del suo primo libro "Attraverso i miei piccoli occhi". Laureato in Storia. Il suo secondo libro si intitola "Andrà tutto bene".

 

Il periodo che mi è piaciuto di più di questo libro è: "Gli umanoidi di sentono sempre più soli [...] Sono certo che siano consapevoli di tutto ciò, ma invece di risolverlo e unirsi, invece di essere spontanei con chi conoscono e con chi no, preferiscono avere a che fare con un altro essere che non appartiene alla loro specie. Forse perché pensano che, mancandoci la parola, non giudicheremo mai le loro azioni. E perchè hanno così tanta paura di essere giudicati? Sono sempre più soli, s’incrociano a centinaia per strada, ma neanche si guardano, né si annusano, né si montano, né giocano… di sicuro in più di un’occasiono ne avrebbero voglia! Si sono creati un mondo artificiale e s’illudono che sia migliore ma non è così. Non capisco questo loro comportamento, e nemmeno loro". (p.118)

 

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"Dog crazy" è un romanzo strano, questo perchè di fondo c'è una storia che, inconsciamente, il lettore sa già come andrà a finire e quindi va ad aggiungersi a tutta una serie di romanzi già letti e riletti, nonostante i personaggi e gli scenari siano differenti.

Allo stesso tempo però, ci racconta la storia di una psicologa che soffre di una fobia particolare, l'agorafobia (la paura degli spazi aperti), con annessi attacchi di panico. Una psicologa che pensa di aver ereditato questa "malattia" da sua madre, alla quale non vuole far sapere che ne soffre. Meggie Brennan, questo il nome della protagonista, ci racconta, pagina dopo pagina, la sua vita passata e presente, sempre con accanto un cane. E' proprio il cane, anzi i cani, Toby e Billy, i due fili conduttori del romanzo.

Il primo è il cane di Meggie, il secondo un cane per il quale la psicologa proverà a vincere la sua fobia. Ci riuscirà, e come? 

Nel libro molti sono i riferimenti a studi psicologici sull'effetto che hanno i cani in alcune situazioni, oltre all'introduzione di una figura professionale che, almeno per quanto ne sappia, in Italia non esiste: il consulente per l'elaborazione del lutto per gli animali domestici.

Nel romanzo l'autrice parla di questa figura e di come sia difficile per una persona che ha perso un animale domestico elaborare il lutto, senza dover risultare ridicola agli occhi delle persone che le sono intorno, soprattutto agli occhi di chi un animale non lo ha mai avuto e non comprende il legame che viene a formarsi tra questo ed il suo umano.

Non posso scrivere di più altrimenti rovinerei l'effetto sorpresa, ma penso che sia un buon libro da leggere, anche solo per capire quanto gli animali, in questo caso i cani, possano essere di aiuto a molte persone ed utili per "curare" gli animi della gente.

 

Meg Donohue è un'autrice di bestseller, nata a Phildelphia, vive a San Francisco con il marito, le figlie ed un cane. Sono svariati i romanzi da lei scritti, tradotti in molte lingue tra cui l'olandese, il turco ed il polacco. 

Ha conseguito un master presso la Columbia University.  Il suo romanzo di debutto, How to Eat a Cupcake (2012), ha raggiunto il numero uno nella lista dei bestseller di NookBook ed è stato un bestseller del Boston Globe, il secondo romanzo, All the Summer Girls (2013) è stato un bestseller di USA Today, Amazon e Apple Books. Il terzo romanzo di Meg, Dog Crazy (2015) è stato un bestseller di Amazon.

Il periodo che mi è piaciuto di più: "[...] Questo è uno dei fattori che rende tanto difficile la perdita di un cane. Certa gente non comprende il grado d'importanza di questo rapporto. E' difficile abbandonarsi al lutto come si vorrebbe, per timore di essere giudicati dagli altri. Ma l'amore è amore. La perdita è perdita [...]". (pag. 235)

 

   

   

"Qua la zampa dottore!" è un libro particolare, nel senso che non ha una trama ben definita, a meno che non vogliamo prendere come filo conduttore la prima paziente di cui si occupa questo veterinario inglese trapiantato in America. 

Sage e il suo compagno umano, il signor Hartman, sono la prima coppia umano-cane che incontriamo entrando nella clinica veterinaria dove il dottor Trout lavora come chirurgo veterinario. 

Nel libro viene riassunta, in una sola giornata, la vita lavorativa di questo veterinario di Boston, l'autore ci racconta alcuni dei casi più strani ed emozionanti con cui ha dovuto fare i conti durante la sua carriera, il tutto condito da spiegazioni scientifiche di alcune malattie, casistiche e statistiche riguardanti non solo le patologie più o meno diffuse negli animali (in particolar modo cani), ma anche riguardanti teorie o studi sulle persone ed il loro rapporto con gli animali. L'autore ci pone di fronte ad alcuni argomenti di ordine etico, come l'eutanasia, la chirurgia estetica sugli animali, il rapporto tra animali e uomini e quanto questi siano disposti a spendere e fare per loro. L'autore prova a fare un confronto con le spese mediche umane e quelle veterinarie, troppo costose, ma soltanto perchè la maggior parte degli americani possiede un'assicurazione sanitaria e non si rende conto di quanto siano costose quelle umane! Parla di come, oggi, i proprietari di animali siano più attenti a ciò che succede ai propri compagni pelosi, come si avvicinino alle malattie anche attraverso il web, l'autore ci fa capire come questo sia uno strumento importante, ma a doppio taglio, poichè chiunque può scrivere cose: "A volte internet assomiglia un pò ad una religione per agnostici che hanno bisogno di una spalla su cui piangere solo quando le cose si mettono male. Per farla breve, il mio consiglio è quello di considerare un pò tutti gli aspetti, di non perdere mai di vista il quadro generale e di ricordarsi sempre che le cattive notizie riscuotono maggior successo di quelle buone".

In queste trecento pagine viviamo una giornata interessante, e stancante allo stesso tempo, insieme al dottor Trout che prova a farci osservare la medicina veterinaria a 360°: dal punto di vista del medico, del paziente e del cliente, ci spiega come la cattiva comunicazione sia la causa di molte azioni legali nei confronti dei medici veterinari e come le scoperte in campo umano vengano riadattate sugli animali.

Insomma, un libro particolare perchè di fondo non c'è una vera e propria trama, ma prende il lettore come se ci fosse poichè non si vede l'ora di girare pagina e scoprire quale nuova avventura attenda il dottor Trout, perchè non si vede l'ora di imparare cose nuove e scoprire dati o informazioni che in pochi rendono noti. Un libro sugli animali e su una professione che sta diventando sempre più importante per i proprietari di animali da compagnia.

Certo, lo stile non è il massimo, ma le pagine scorrono senza problemi e la traduzione in italiano è stata fatta molto bene.

 

Nick Trout è un veterinario diplomatosi alla scuola di veterinaria all'Università di Cambridge nel 1989, per poi diplomarsi anche al Collegio dei chirurghi veterinari americano ed europeo. Per vent'anni è stato chirurgo presso l'Angel Animal Medical Center di Boston. Vive in Massachusetts con la moglie, la figlia ed il loro Labrador, Thai. Trout è autore di tre saggi (Dimmi dove fa male, L'amore è la migliore medicina e Ever by My Side), i suoi primi due romanzi The Patron Saint of Lost Dogs (Il Santo patrono dei cani perduti) e Dog Gone, Back Soon sono stati i bestseller del Boston Globe. L'ultimo romanzo è The Wonder of Lost Cause uscito il 30 aprile del 2019. Questo il suo sito internet https://www.drnicktrout.com/books

 

La periodo che mi è piaciuto di più di questo libro è: "Gli animali divorano la nostra solitudine. Ci danno uno scopo, delle responsabilità, una ragione per alzarci la mattina e per guardare al futuro. Ci sostengono, ci aiutano ad allontanare il dolore, ci fanno ridere e approfittano senza remore della nostra debolezza per sfruttare i nostri mobili, i nostri letti e i nostri frigoriferi. Non chiediamo di meglio". (p.25)

 

  

 

 

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