Aprile 20, 2024
Tipica postura dobermanesca che denota la grande flessibilità dell'apparato muscolo-scheletrico. Non sono in grado di garantire sull'effettiva comodità della postura poiché quando ho cercato di imitarla sono rimasta intrecciata per tre giorni di seguito.
Tale posizione a prima vista può sembrare allarmante perché fa venire in mente un improvviso e scomposto decesso dell'animale che, diabolicamente, non risponde agli accorati richiami! Seguono altri 3 giorni necessari per riprendersi dallo spavento che rasenta l'infarto.
Sempre la suddetta posizione viene strategicamente assunta nei passaggi più a rischio per l'incolumità umana: preferibilmente all'ingresso e all'uscita delle porte interne o a inizio scale o dislivelli.
  
Una volta inciampati nel corpo apparentemente dormiente si eseguono una serie di esercizi ginnici di una complessità da fare invidia ai migliori atleti mondiali in circolazione! Se si riesce ad uscire indenni o con qualche lieve ammaccatura dal balletto acrobatico salvavita il minimo che viene spontaneo fare è un'esplosione di imprecazioni verso la bestia malefica nerofocata (o marronefocata) che ovviamente resta impassibile ed indifferente al fumo che ti esce dagli occhi e al rivolo di bava ai lati della bocca per lo scampato pericolo.
Tuttavia, se lo spettacolo è stato degno di nota ed il linguaggio particolarmente colorito, l'animale si degnerà di muovere impercettibilmente la coda (se ce l'ha) in segno di ammirazione per essere riuscito a sfuggire al silenzioso attentato.
Il fatto che non si decida di prenderlo di peso (approfittando della momentanea scarica di adrenalina) e scaraventarlo fuori casa pare sia dovuto alla teoria scientificamente dimostrata che chi sceglie un dobermann è un soggetto altamente disturbato con seri problemi di personalità. Diversamente non si spiega l'alto tasso di sopravvivenza di chi con un dobermann ci convive per anni.
 
Per cui, cari colleghi dobermanisti è perfettamente inutile che continuate a chiedervi chi diavolo ve lo abbia fatto fare a prenderlo! La colpa è soltanto vostra.
Quindi, prima vi rassegnerete alla realtà incontrovertibile che con un dobermann non c'è speranza meglio vivrete.
 
Adesso devo interrompermi, anche se ne avrei tante altre di cose da scrivere, ma urge il mio intervento per sedare una controversia tra il dobermann di famiglia ed il mio erede umano per cercare di stabilire la legittima proprietà di un pezzo di Lego attualmente nelle fauci dell'irrispettoso cane e da cui mio figlio tenta di liberarlo infilandoci dentro 3/4 di braccio...
 
 
 
La foto di apertura ci è stata donata da Sonia e rappresenta il suo Bowie, le altre vogliono solamente confermare quanto scritto dalla nostra amica (in foto: Olivia)!
 

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Sembrerebbe, anzi è certo, che un numero molto consistente di pedigree non risulti intestato ai reali proprietari dei cani.
È successo anche a me.
Tutt'ora sul pedigree di Bowie compare un nome diverso dal mio.
Colpa mia direte voi! In parte è così.
Effettivamente dopo aver scoperto (cioè quasi subito) che il cucciolo che mi ero portata a casa aveva dei problemi, e anche seri, che se non curati tempestivamente avrebbero avuto ripercussioni sulla sua salute, ammetto, signori miei, che il suo pedigree (inteso come cartaceo) mi è completamente uscito di mente! Adesso ovviamente ho interpellato chi di dovere e sicuramente (spero!) che a breve il disguido sarà risolto.


Questo mi ha portata a scoprire che capita, più spesso di quel che immaginavo, che molte persone che acquistano un cucciolo (anche da allevamenti rinomati) si ritrovano costrette a penare non poco per vedersi finalmente recapitare il famigerato pedigree!
Capisco che a volte questo sia frutto di "accordi" tra chi vende e chi compra, altre volte invece sono gli stessi allevatori che "dimenticano" di spedire la documentazione saltando dei passaggi obbligatori... In giro c'è davvero tantissima confusione al riguardo!

Capisco che chi acquista un cucciolo debba farlo consapevolmente e pretendere ciò che è suo di diritto, ma anche e soprattutto chi un cucciolo lo cede è tenuto per legge a rispettare le vigenti normative di compravendita per tutelare entrambe le parti!
Sto vaneggiando secondo voi?

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Fonte foto:Google

Noi guardiamo avanti.
Oggi ennesimo controllo, negli ultimi 3 mesi e mezzo abbiamo passato più tempo negli ambulatori veterinari che a casa!
Questo è il percorso dei cani affetti da patologie genetiche. Ma questo è anche il percorso dei cani fortunati, di quelli che capitano nelle mani giuste, le mani di chi si assume appieno le responsabilità di una scelta, seppur non fortunata.
Vorrei poter farvi capire la mia ansia prima di ogni verdetto medico.
Vorrei spiegarvi, se solo ci riuscissi, il peso schiacciante del silenzio durante le lunghe attese prima dei risultati.
Risultati: c'è che li aspetta in un ring, e c'è chi li aspetta dietro una sala operatoria.
C'è chi festeggia su un podio, e c'è chi lo fa sciogliendosi in lacrime davanti al camice macchiato di sangue di un professionista che ti dice che è andato tutto bene...


Mio piccolo grande guerriero, ho mantenuto la mia promessa: puoi tornare a correre felice!
Perdonami per questi lunghi mesi di prigionia forzata, è stato il prezzo da pagare per riscattare la tua libertà.

 

La foto ci è stata donata da Sonia

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È trascorso un mese esatto dall'intervento di Bowie al gomito e alla zampa destra. Ho voluto risparmiarvi i dettagli, ma vi assicuro che non è stata una passeggiata... Sotto tutti i punti di vista.
Come tutte le volte che affronto qualcosa di doloroso ho preferito concentrarmi solo sul mio obiettivo: curare Bowie nel miglior modo possibile e dedicarmi solo a lui.
Ho potuto farlo, e continuo tutt'ora, grazie all'aiuto e all'appoggio della mia famiglia, a cui ho dovuto sottrarre per forza attenzioni e tempo prezioso. La ripresa di Bowie è costante. I controlli veterinari continuano ad essere serrati, ogni settimana ripetiamo le radiografie per accertarci che tutto proceda al meglio.
Abbiamo ridotto i farmaci e con cautela affrontiamo le prime uscite, rigorosamente al guinzaglio corto. Ho anche ripreso a dormire nel mio letto da qualche giorno.
Resta da stabilire come e quando intervenire sulla zampa sinistra, ma a questo penseremo quando verrà il momento. Adesso vogliamo goderci questo primo step. Per me ogni giorno che si chiude senza nuovi problemi è una vittoria.
Resta l'amarezza per tutto il dolore che Bowie ha dovuto sopportare. Ingiustamente.
Resta il fatto che, nonostante tutto ciò che è stato fatto per evitare che la displasia sfociasse in disabilità permanente, comunque Bowie andrà incontro a dolore che richiederà il continuo uso di medicinali. Dovrà essere costantemente monitorato.
E possiamo dimenticarci le lunghissime corse all'aria aperta. Dovrà essere tutto commisurato alla sua condizione.
E noi faremo del nostro meglio per non viverla come un limite.
Ora... alla luce di ciò che è stato e che ancora sarà, parafrasando il titolo di una nota canzone, mi viene una gran voglia di urlare: NON CI AVETE FATTO NIENTE!!!
E se non aggiungo nomi è solo perché, obiettivamente, non saprei a chi attribuire la provenienza della patologia di Bowie.
La genetica non è matematica.
Se non ho dichiarato guerra a nessuno è solo perché risalire ai veri responsabili è pressoché impossibile.
Non voglio che questo post venga strumentalizzato o usato per polemiche inutili.
Anche se le cose dovevano andare diversamente i veri vincitori saremo noi!

 

La foto ci è stata donata da Sonia

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Stamattina mi sono svegliata sul divano che ormai da 16 giorni, cioè da quando Bowie è stato operato, è diventato il mio letto.
Durante la notte mio figlio, sentendo la mia mancanza, è sceso dalla sua cameretta ed è venuto ad accoccolarsi accanto a me, incastrandosi sotto il mio braccio sinistro.
Bowie dormiva alla mia destra, acciambellato sulla sua copertina e coperto sotto il mio piumino.
In uno spazio di poco più di un metro quadro battevano tre cuori.
Avrei voluto rimanere così a lungo, nel tepore dei nostri corpi uniti in un solo abbraccio, godere ancora della tenerezza dei miei cuccioli addormentati, ma fuori un nuovo giorno era già nato con le sue incombenze quotidiane: junior doveva andare a scuola e Bowie doveva prendere le medicine.
Mi sono alzata sciogliendomi delicatamente dall'intreccio e i due cuccioletti hanno riempito lo spazio che ho lasciato avvicinandosi di più tra di loro. Sono rimasta a guardarli rapita da tanta dolcezza mentre il mio cuore sorrideva.
Bowie ha aperto appena un occhio come a volermi dire "Ti ho vista sai?" Però è rimasto lì, appiccicato al suo bambino.

 

La foto ci è stata donata da Sonia

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