Aprile 25, 2024

Quando arriva un cucciolo in casa la prima cosa che dovrà apprendere è che esiste una GERARCHIA
Anche se può sembrare una parola difficile in realtà il concetto è molto semplice: ciascun componente della famiglia in cui vivrà ha un ruolo e delle responsabilità ben precise, e lui avrà le sue.
Ed ora vi illustro il modo in cui questo è stato spiegato al nostro bambino dall'educatore cinofilo.

Dunque, la nostra famiglia per il cucciolo diventa il suo "branco" ed ogni branco che si rispetti ha bisogno di un "capobranco", perché è così che funziona in natura. Fin qui ci siamo, vero?
Il capobranco sarà papà!
E a questo punto lancio un'occhiata feroce all'educatore, che finge di non vedere, mentre il neo nominato capobranco gongola soddisfatto...

Poi viene la mamma
E tutti i miei bei discorsi sulla parità e sull'uguaglianza fatti a mio figlio vanno a farsi benedire... Ma pazienza, è così che funziona il branco! E pazienza se poi nella pratica sarò IO ad occuparmi del cucciolo e dei suoi bisogni a tempo pieno, vengo comunque declassata al secondo posto!!!
Dopo vieni tu... e infine viene Bowie!

Mio figlio guarda il suo cucciolo quasi a volersi scusare, e qui intervengo per rassicurarlo: "Guarda che è per il suo bene, Bowie ha bisogno di capire che può fidarsi di noi, che saremo delle guide affidabili e sicure ma anche ferme e decise se farà il furbetto!"
Di seguito tutte le regole da mettere in atto per far apprendere al nuovo membro della famiglia il suo ruolo e le sue responsabilità: mangerà sempre dopo di noi, il cibo gli sarà dato in un certo modo, uscirà per ultimo dalla porta di casa, non sosterà sulla soglia ecc ecc...
Facile no? In teoria sì, in pratica un po' meno. Leggete e capirete.

Ore 6,30 del mattino: suona la sveglia del capobranco e si sveglia anche il sottoposto cucciolo che da la sveglia anche al resto del branco! È così che funziona in natura pare... Scendiamo in cucina a caccia del cibo. Io, completamente stordita dal sonno, dimentico il mio ruolo e riempio la ciotola del cane prima della mia... All'improvviso mi sovviene in mente la mia superiorità gerarchica, ma ormai è troppo tardi! La ciotola brilla vuota lucidata a specchio... 
Mi guardo intorno spaurita, per fortuna il resto del branco non si è accorto di nulla.

Dopo aver ripreso un briciolo di lucidità e dopo aver pulito il pavimento da un paio di pipì sparpagliate in giro a causa dei miei miei riflessi, non proprio da tigre della savana, che non hanno colto i segnali lanciati dal cucciolo sui suoi bisogni fisiologici, è ora di accompagnare il bambino a scuola. Non prima di aver rincorso per chilometri intorno al tavolo della cucina figlio naturale e figlio adottivo. Nel marasma generale rischio di infilare il grembiule al cane e di mettere il guinzaglio al bambino, che non sarebbe poi una cattiva idea...
Arriviamo alla porta e "Maaammaaa!!! Bowie deve uscire per ultimo, ricordati!" urla mio figlio che quando si tratta di far rispettare le regole agli altri è infallibile.
Giusto giusto, rientro in casa trascinandomi dietro il cucciolo che si era già fiondato in strada e metto in atto le tecniche per abituarlo alla regola, quando mi sembra che abbia capito varco la soglia e mi impiglio con la bretella dello zaino di mio figlio nella maniglia della porta, Bowie interpreta il mio tentativo di liberarmi come un "ok, tocca a te" e si infila sotto le mie gambe per uscire. Junior corre in nostro soccorso ma resta imprigionato nel guinzaglio. Adesso siamo tutti e tre insaccati in mezzo alla porta, e del capobranco, che dovrebbe essere il nostro leader indiscusso e il nostro salvatore, nemmeno l'ombra!

Intanto sono le 8:29, la campanella è già suonata da 4 minuti e non abbiamo ancora comprato la merenda.
Bowie è alquanto perplesso, secondo me sta seriamente meditando di cercarsi un branco più affidabile... Alle 8:36 stiamo volando verso l'ingresso della scuola cercando di arrivarci interi, ci giungiamo prima che sia necessario la giustificazione per il ritardo e che il bidello chiuda il cancello. Mentre torno verso l'auto mi sento stranamente appesantita e non capisco il perché, poi vedo la mia ombra stagliata per terra e realizzo che ho dimenticato di consegnare lo zaino a mio figlio! Con uno scatto da gazzella inseguita da un leone (ecco perché si chiama branco allora!) mi ritrovo nell'atrio della scuola e con passi felpati da ghepardo cerco di passare inosservata fino alla classe di mio figlio. Niente da fare: la sentinella della savana mi fiuta e... "Svegliarsi un poco prima no eh?!"
Prima delle 6:30???

Per un momento mi viene voglia di muoverla a compassione raccontandole della levataccia all'alba e del disincagliamemento dalla porta e dal guinzaglio con cane al seguito, però poi ci ripenso, non capirebbe... lei non vive in un branco.

 

La foto ci è stata donata da Sonia

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Sono per la libertà di pensiero in ogni sua forma. Nel senso che se ognuno ha facoltà di esprimere ciò che crede niente deve trattenerci dal fare altrettanto. E pazienza se tutto ha un prezzo. Quello che ho pagato stamattina tutto sommato non era poi così alto.
Stavo caricando di peso Bowie nel trasportino. Tra un po' imparerà a salirci e scendere da solo con un balzo, al momento preferiamo non farglielo fare per salvaguardare le articolazioni delle zampotte in crescita, anche se in molti stentano a credere che sia solo un cucciolo poiché ha superato abbondantemente i 20 kg.
Difatti diventa ogni giorno più faticoso prenderlo in braccio e trasferirlo nel kennel, soprattutto perché lui collabora come uno stoccafisso. Di contro a me stanno venendo dei bicipiti da culturista ed un accenno di ernia.

"Ahahah, ma che stai facendo?!" mi chiede con aria canzonatoria una "simpatica" conoscente che assiste alla scena di me che sollevo il puledrino sforzandomi di ricomporre le zampe che lui ha collaborativamente messo a quattro di spade.
"Sto cercando di trasportarlo a casa" rispondo mentre cerco di togliermi la coda di Bowie dalla faccia.
"Ma se pesa più di te! Ahahah..." insiste la perfida invece di correre in mio soccorso.

Io riprendo fiato dopo la titanica impresa e cerco di tenere a bada la lingua, ma, ahimè, non ci riesco... "Sì, è vero, pesa quasi quanto me però è più intelligente di te...". Zac! Fine della conversazione, e di una relazione interpersonale, perché è chiaro che questa qui non mi rivolgerà più la parola vita natural durante e non mi perdonerà neanche in punto di morte e sicuramente non verrà nemmeno al mio funerale. Che è quello che volevo da tempo perché ero stanca delle sue continue intromissioni nella mia vita.

Grazie Bowie di avermi offerto la possibilità di mettere a tacere chi non ha alcun diritto di giudicare le mie scelte.
Un cucciolo è anche un ottimo pretesto per fare selezione, mettendo da parte, di tanto in tanto, la buona educazione.

 

La foto ci è stata donata da Sonia

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Credo al colpo di fulmine perché io stessa ne sono stata vittima più volte.

E poi credo agli amori che si costruiscono giorno per giorno.

Quelli che si insinuano lentamente nelle pieghe del cuore e che hanno bisogno di più tempo per piantare radici.

 

La foto ci è stata donata da Sonia

 

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I cuccioli, umani e non, sono fogli bianchi da colorare.
È questo che pensavo mentre osservavo junior e Bowie durante la seconda lezione del percorso educativo.
È un'emozione grande assistere ai loro progressi, sono due spugne che assorbono con estrema naturalezza quanto viene loro insegnato. Imparano uno dall'altro un linguaggio comune che diventa strumento di intesa e di gioco alimentando ed accrescendo la loro complicità. I frutti di questo percorso sono già evidenti: junior non accusa più Bowie di "non collaborare" come faceva al suo arrivo in questa casa, quando si aspettava ingenuamente dal suo cucciolo qualcosa che lui non era in grado di offrirgli semplicemente perché digiuno di regole e di riferimenti.
Dal canto suo Bowie ha smesso già dopo la prima lezione di vedere il suo piccolo umano come "bersaglio" dei suoi giochi esuberanti; non gli salta più addosso rischiando di mandarlo a gambe all'aria con l'entusiasmo incontenibile dei suoi 4 mesi, e ha capito che non deve più "rosicchiarselo"! Si è stabilito un clima di rispetto che non penalizza in alcun modo l'aspetto ludico e gioioso ma, al contrario, lo esalta negli più aspetti divertenti.
Superata la fase di adattamento e di sconvolgimento della novità adesso posso affermare che siamo tutti più sereni.
La strada è ancora lunga, tutti noi abbiamo molto da imparare e soprattutto mettere in pratica, ma abbiamo già iniziato a colorare le pagine di questa nuova avventura insieme.

Sono convinta che quando qualcuno entra a far parte della nostra vita la prima domanda che dovremmo porci non dovrebbe mai essere <cosa può fare per me> ma bensì <cosa sono disposta a fare affinché nessuno dei due sia deluso>. Come sta facendo junior. Malgrado le grandi aspettative che aveva (comprensibilissime in un bambino della sua età, soprattutto considerando che la sua precedente cucciola era totalmente asservita a lui!) ha avuto la capacità di capire che con Bowie e su Bowie deve svolgere un lavoro importantissimo prima che lui riesca ad offrirgli ciò che si aspetta. Cresceranno insieme, si aiuteranno a vicenda con la consapevolezza di poter contare uno sull'altro.

Decidendo di affidarci ad un esperto cinofilo pensavamo di investire soprattutto sull'educazione di Bowie... Invece, forse il risultato più importante lo otterremo con junior che per la prima volta comprenderà cosa vuol dire meritarsi qualcosa e impegnarsi per ottenerla.
Senza le basi non può esistere l'altezza.

 

 

La foto ci è stata donata da Sonia

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Mi spiace per voi ma oggi doppia puntata del diario, prima che mi sfugga l'ispirazione di scrivere e poi perché domani vorrei provare a combinare qualcosa in casa, Bowie permettendo...
Sì, perché è di questo che vorrei parlarvi, dell'impossibilità di dedicarsi a qualcos'altro quando si decide di prendere un cucciolo!

Come molti di voi già sapranno un cucciolo è un lavoro a tempo pieno! Di quelli impegnativi eh? A meno che non pensiate di relegarlo in giardino, ma in quel caso spero non si tratti di un dobermann...
Le mie giornate da due settimane a questa parte sono un vero tour de Force dense di episodi tragicomici!
"Sonia mi presti una penna?" chiede la madre di una compagna di classe di mio figlio fuori da scuola, prima di riuscire a passargliela dalla mia borsa nell'ordine tiro fuori: un wurstel al pollo, uno al tacchino, una pallina di gomma, un Kong, due bustine per la raccolta dei bisogni, un collare di riserva, un pacco di fazzoletti di carta formato famiglia, una scorta di salviette anti bava e poooiii la penna...! Ovviamente nel frattempo la signora si è dileguata.

Telefonata tipo (le rare volte che riesco a rispondere al telefono!):
"Ehiiii, ma che fine hai fatto?"
Io: "Ehm... sai in questi giorni sono un po' indaffarata..." 
"Infatti sei sparita! Senti volevo parlarti di..."
Nel frattempo la piccola iena pelosa che ha capito benissimo quali sono i momenti più inopportuni per attaccarti alle spalle comincia a saltarti addosso insistentemente rischiando di spedire il cellulare direttamente in assistenza...
"Perché sai io pensavo che dovrei..."
Mentre tu cerchi di ricordare tutte le tecniche di dissuasione che conosci per staccartelo di dosso senza rimetterci il maglione lui si attacca alle scarpe...
Dall'altra parte del telefono la tua amica continua il suo soliloquio perché è chiaro che tu non stai afferrando una sola parola di quel che ti sta dicendo cercando di mettere in salvo scarpe e contenuto delle stesse!
Alla fine, esasperata dal tira e molla col quadrupede, esplodi in un "BASTA!!!" che gela all'istante la conversazione solitaria...
"Cos'hai detto?!"
"No no, niente, continua pure..." 
"Come ti dicevo sono convinta che..."
Cerchi di concentrarti ma in attimo hai la visione di un'ombra nerofocata che ti passa davanti tutta fiera trasportando in bocca il kimono di judo di tuo figlio!!!
Anche se stai sudando da tutti i pori riesci a ricordare che per fargli mollare qualcosa dalla bocca devi dargli qualcos'altro in cambio, incastri il telefono tra orecchio e clavicola e cominci a rovistare freneticamente nel frigo alla ricerca di un premio che ovviamente è dietro frutta, verdura, formaggi e scorte varie.
La telefonata è ancora in corso "Guarda stavolta sono davvero indecisa tra..."
Ottenuto il premio la piccola peste trova un altro modo per attirare l'attenzione e allunga muso e zampe sul tavolo da cucina e nella tua mente scatta il vangelo delle regole <MAI PERMETTERE AL CANE DI RUBARE CIBO DAL TAVOLO> e in men che non si dica recuperi dal pavimento una pallina di gomma e gliela lanci addosso prima che compia il misfatto. Lo colpisci di striscio e la pallina rimbalza sul suo collo con uno squittio e si infrange sulla confezione di cereali (aperta!) dando vita ad un festoso carnevale croccante...

Non contento e più dispettoso che mai perché si sente trascurato inizia ad abbaiarti contro... Lo ignori spostandoti in un altra stanza ma con la coda dell'occhio ti accorgi che sta assumendo la classica posizione che ti avvisa che sta per rinfrescare il pavimento!!!
"Non ti azzardare sai!!!?" gli urli contro cercando di trascinarlo in giardino, "azzardare cosa??..." chiede la tua amica al telefono ignara della battaglia che si sta consumando in casa tua.
"Niente niente, scusa, parlavo con il cane"
"Parlavi con il cane...? Forse è meglio se ci sentiamo in un altro momento..."
"Sì, certo, ciao, ti richiamo io..."
Magari tra un paio di mesi... Quando avrò domato la belva

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